I recenti
ritrovamenti, avvenuti presso
i comuni di Gricignano d’Aversa
e d’Orta d’Atella;
più precisamente la scoperta di due insediamenti del neolitico
finale (fine IV inizi III mill. a. C.),
fanno ipotizzare
un popolamento, forse non esiguo, dell’intera pianura campana già
nel corso della seconda metà del IV millennio a. C.
Ben chiaro
che l’origine di un singolo territorio, ricadente nella zona sopra
indicata, è possibile solo attraverso
quei luoghi la cui storia è ampiamente documentata e
riconosciuta come tale. Di
conseguenza parleremo
dell'origine di Crispano attraverso ricerche sull'antica città d’Atella
e sulla millenaria Diocesi d’Aversa.
Le
origini d’Atella:
(Estratto
da sito Internet)
Il nucleo di
quest’antica città sorgeva in buona parte nell'attuale abitato di
Sant'Arpino, al confine con i comuni di Succivo, Orta d’Atella e
Frattaminore. L'abitato,
di forma rettangolare, aveva una
cinta muraria in parte ancora esistente. All'esterno delle mura trovavano posto vaste necropoli
osche, sannitiche e
romane.
Spesso,
senza distinzione temporale s’indica
Atella come
città osco-sannita, però
la sua origine è tuttora
incerta; alcuni
studiosi parlano di un’origine osca con ristrutturazione etrusca,
invece, secondo
Plinio, gli abitanti più remoti
furono gli antichissimi
liburni,
da cui Leboria (Terra di Lavoro).
Non vanno
dimenticati i greci che, tramite le vicine postazioni litorali, esercitarono una discreta influenza sul territorio.
Possiamo,
inoltre, ipotizzare la
presenza di popoli neolitici,
visto anche che nel territorio
Campano coabitarono due realtà diverse, una rozza ed arcaica, quindi preistorica,
e una civilmente evoluta. La
contemporaneità, tra storia e preistoria,
non deve stupirci, poiché
basta pensare che attualmente
esistono popoli viventi allo stato preistorico.
L’origine
d’Atella è da ricercare, probabilmente, nell’intreccio evolutivo
tra i popoli che
affollarono la Piana Campana, comunque, verosimilmente, in un periodo
di tempo a cavallo traVIII° e il IV° secolo a.C. , in merito a ciò riportiamo notizie, di seguito alcune notizie circa i popoli
che verosimilmente interagirono con le origini d’Atella.
LIBURNI
Secondo
Strabone, abitarono Cuma e dintorni, qualche storico li ritiene affine
ai Cimmeri e ipotizza che
la loro civiltà fu assorbita dall’unificazione con gli Osci
OSCI
Le notizie sono alquanto scarse, ma alcuni storici reputano questo popolo come
etruschi campani, forse
perche la parola
“osci” non è dissimile da “tusci” cioè l’altro nome
con cui gli etruschi sono conosciuti.
- E’ certo, poi, che gli osci abitarono quasi tuttal la
Campania. -
Molte popolazioni dell’Italia centrale avevano affinità
linguistiche con gli Osci, infatti,
le lingue definite dai glottologi di tipo Osco erano parlate
dai Volsci, dai Sabini, dagli
Umbri e dalle popolazioni sabelliche.
- Gli studiosi concordano che gli osci siano antecedenti o al
massimo contemporanei alla presenza etrusco-greca in Campania.
ETRUSCHI
La
presenza etrusca
nella Piana Campana è
stata riscontrata, principalmente,
nei seguenti luoghi:
Volturnum, Nola, Acerra,
Nocera, Pompei,
Ercolano, Sorrento, Markina presso Pontecagnano (SA), di altri quattro
siti, Velca, Velsu, Irnqi e Urina,
non è stato ancora oggi possibile capirne la localizzazione,
però alcuni studiosi
individuano in quel d’Aversa la città di Velsù e a tra
Fratte (SA) e Vietri sul Mare il
sito d’Irnqui. -
Altre fonti inseriscono,
nella lista della “Dodecapoli Campana”,
cosi sono chiamate le città confederate etrusche,
la stessa Atella, Suessola
e Calatia
o altre
città con il nome di Picentia e di Saticula.
- Come in tutte le
parti d’Italia anche in Campania le nicchie antropologiche
occupate dalla cultura Villanoviana, ossia uomini primitivi
dell’eta del ferro, (tra XI e VIII secolo a. C.)
che praticavano il culto dei morti e costruivano manufatti
d’elevata fattura, furono
sistematicamente conquistate dagli etruschi,
pare, infatti, che
questa civiltà abbia sancito
la fine della preistoria a scala nazionale abbia gettato le basi per
l’identità nazionale, ribadita
in seguito dalla potenza di Roma.
SANNITI
La
supremazia sannita nella Pianra Campana
è coincisa con la caduta della
Capua etrusca, 423
a.C. -
Questo forte popolo, fatto di guerrieri pastori era
formato dall'unione di quattro tribù, come spesso elencano gli
scrittori antichi: i
Pentri, i Carricini, i Caudini e gli Irpini.
- In seguito altre tribù stanzianti nell'Italia centrale, i
Frentani, si unirono alla
lega Sannita. - I
Caudini e gli Irpini furono
le due tribu più esposte all'influsso greco della Campania, quindi molto probabilmente furono tra le prime tribu sannite
ad invadere l’agro Atellano.
I GRECI
La realtà
magno-greca campana non si sottrae al clima di dubbi storici;
i conclamati studi
che vogliono Cuma prima colonia greca in Italia sono messi in discussione, infatti, sembra che Ischia fosse la
più vecchia mentre alcuni studiosi propendono per
Partenope-Palepolis ossià l’attuale Napoli.
Ulteriore confusione regna
sulla provenienza di questi coloni, secondo lo storico Strabone
furono Ippocle di Kyme e Megastene di Chalcis, ambedue provenienti da
cittadine dell'Eubea, a guidare i coloni, altri studiosi indicano
l’isola di Rodi come madre patria, altri
indicano in Kyme,
città dell’in Asia minore, la provenienza è
ciò attesterebbe come la spedizione dei coloni fosse in realtà
composta da più gruppi di diversa estrazione geografica.
Notizie
sull’antica Atella
(estratte
da sito internet)
Atella nel
338 a.C. seguì le sorti
di Capua, quando a
seguito della conquista romana divenne municipio ed ebbe la
cittadinanza senza diritto di voto.
Nel 215 a.C., continuando a seguire Capua, si diede ad
Annibale, per questa motivo, nel 211, venne semidistrutta dai romani e metà del suo agro
confiscato.
Parte dei
cittadini furono esiliati a Calatia e le proprie case vennero invece
occupate dai Nocerini a risarcimento dei danni che avevano subito da
Annibale.
In epoca imperiale Atella ridivenne
un centro abbastanza florido
ove, alla presenza di Augusto, Virgilio avrebbe letto le
Georgiche.
Atella
divenne famosa in tutto il mondo antico per un genere teatrale in
lingua osca, le Fabulae Atellanae, antichissime farse popolari di
carattere buffonesco e osceno.
Di esse, rappresentanti i vari tipi contadini, sono rimaste
note le maschere di Maccus il ghiottone (dal quale si fa discendere la
maschera di Pulcinella), di
Bucco il chiacchierone, di Pappus il vecchio scimunito, di Dossennus
il gobbo astuto. All'epoca
di Silla le Atellanae, abbandonata l'improvvisazione, diventavano un
genere letterario, principalmente per opera di Lucio Pomponio e di
Novio.
Nei primi
secoli del Cristianesimo, Atella divenne Sede Vescovile ed il suo
vescovo più famoso fu S. Elpidio che, durante la persecuzione dei
Vandali, giunse ad Atella ove, immediatamente fuori le mura di questa,
avrebbe fondato una Chiesa nel 455 d.C., al momento della distruzione
della Città da parte dei Vandali di Genserico.
L'antica
città è oggi ancora tutta da scavare,
attraverso diversi rinvenimenti succedutisi negli ultimi
secoli, è stato possibile individuare il perimetro dell'antico centro
del quale restano in parte visibili alcuni tratti delle mura.
All'interno della cinta muraria, a vista resta solo il
cosiddetto "Castellone", rudere di una vasta aula termale
del II secolo a.C
I
Longobardi
(estratto
da una pubblicazione del dott. G. Libertini)
Dopo aver vissuto per
circa quattro secoli (I-IV sec. dopo Cristo) nei territori
nord-orientali della Germania, temuti nonostante il loro piccolo
numero fra i popoli germanici vicini, quando nel V secolo si
spostarono in Pannonia, nelle terre dell’attuale Ungheria, ed ebbero
i primi contatti con la civiltà romana orientale, detta comunemente
‘bizantina’, gradualmente trasposero nel Santo Michele Arcangelo,
principe delle milizie celesti’, che con una spada
fiammeggiante dava esecuzione alle volontà divine, il culto del dio
guerriero Wotan.
Nell'Apocalisse
l'Arcangelo Michele è il capo degli angeli fedeli a Dio che scacciano
dal cielo il drago e i demoni ribelli. San Michele nei dipinti e nelle
sculture è di solito raffigurato con la spada sguainata mentre
calpesta il diavolo nelle sembianze di un drago.
E' del tutto comprensibile quindi che i longobardi sotto
l'influsso culturale dei bizantini, nel momento in cui si avvicinavano
al cristianesimo, ne assimilavano in primo luogo gli aspetti che più
si avvicinavano alle loro attitudini guerresche.
Nel 568 inizia
l'invasione longobarda dell'Italia e dopo solo due anni già vi è il
primo duca di Benevento, Zottone. Secondo la tradizione più volte in
battaglia S. Michele Arcangelo accorse in aiuto dei longobardi di
Benevento.
In Campania, i
Longobardi dedicarono la Chiesa già tempio di Diana Tifatina, sul
monte che sovrasta Capua antica, a questo loro potente protettore (S.
Angelo in Formis). Anche la Chiesa di Casertavecchia (Casa Yrta; il
centro già esisteva nell'anno 880 secondo la testimonianza di
Erchemperto è dedicata a
S. Michele Arcangelo.
AllO stesso arcangelo è
dedicato anche il Santuario di S. Angelo a Palombara sulle colline che
sovrastano Cancello ed Arienzo. In
questo luogo trovarono un primo rifugio i profughi da Suessula,
l’antica cittadina di origine osca sita circa un chilometro a
sud-ovest di Cancello, allorché questa fu distrutta dai Napoletani
nell'anno 880. Nella
stessa Suessula la Chiesa principale era dedicata a S. Michele
Arcangelo.
I Longobardi tentarono
fin dal loro arrivo in Campania di sottomettere Napoli.
Il loro primo assalto in grande stile fu condotto nel 581
congiuntamente dai duchi di Spoleto e di Benevento, ma questo assalto
e tutti quelli che si susseguirono nell'arco di ben quattro secoli non
riuscirono mai ad ottenere la conquista di Napoli.
Benché aspramente
contese e con alterne vicende, i Napoletani mantennero per lo più il
controllo di Acerra, Atella e Nocera.
Nel punto centrale di
questa area di confine, turbolenta e non marcata da barriere naturali,
in una zona boscosa e facilmente accessibile per chi veniva dalla
valle caudina, e cioè da Benevento, e da Suessula, sede di gastaldato,
i Longobardi eressero un luogo fortificato su una preesistente villa
romana e lo chiamarono
con il nome del loro principale protettore:
S. Arcangelo.
Di qui dominavano i
luoghi e i villaggi che ora hanno nome Crispano, Cardito, Caivano,
Pascarola, Casolla Valenzano. Da S. Arcangelo si diramavano tre
strade: la prima conduceva a Pascarola e Casapuzzano e di qui ad
Atella; la seconda andava verso Caivano e Cardito e di poi anche verso
Atella; la terza portava a Casolla Valenzano e di qui procedeva verso
Napoli. Da S. Arcangelo
partivano molti degli assalti contro Atella, di cui in alcuni periodi
i Longobardi riuscirono ad averne il possesso.
Da S. Arcangelo, infine, partivano
i soldati nelle incursioni contro le terre del ducato di Napoli o gli
assalti per conquistare la stessa Napoli.
S. Arcangelo
era il primo avamposto a subire le incursioni e le
controffensive dei Napoletani.
Non era sempre guerra
peraltro. In quattro secoli furono firmati innumerevoli tregue,
accordi e intese amichevoli. Ad esempio, vi erano molte terre fra i
due ducati in cui i contadini pagavano il tributo ripartendolo fra le
due potenze ed avendone in cambio l'interessato rispetto in caso di
guerra.
La
Diocesi Aversana
(estratto
da sito internet)
Risale al periodo
normanno l’istituzione dell’attual e sede vescovile e
Azolino ne fu il primo vescovo, intorno al 1050, come risulta
dalla Bolla di Callisto.
In
origine la Diocesi di Aversa, chiamata all'inizio anche Atellana per
l'inglobamento dei Casali appartenenti alle diocesi di Atella e di
Literno scomparse, era così costituita:
Aversa - Gricignano - Casolla - Casapozzano - Succivo - S.
Elpidio - Orta d'Atella - Cesa - S. Antimo - Pomigliano - Fratta
piccola - Crispano - Caivano - Pascarola -Teverola - Aprano - Casaluce
- Frignano maggiore - Frignano piccola - Ducenta - Trentola - Lusciano
- Parete - Giugliano - S. Cipriano - Casal di Principe - Bosco di
Vico.
Attualmente, la Diocesi
aversana è costituita da 96 Parrocchie, sparse in
29 comuni di cui
19 in provincia di Caserta e 10 in provincia di Napoli.
I Sacerdoti e religiosi sono circa 1100 su una popolazione di
ciera mezzo milione di abitanti.
Al governo
della Diocesi si sono succeduti, sino all'attuale Pastore,
77 Vescovi, tra cui diversi Arcivescovi, due Patriarchi e 14
Cardinali.
I
Normanni
(estratto
da sito internet)
Normanni, dal latino
medievale northmanni, uomini del nord. Si tratta di una popolazione
prevalentemente marinara e guerriera, stanziata lungo le coste della
Scandinavia. Originariamente designati con il nome di vichinghi (forse
guerrieri) compirono varie invasioni e scorrerie in Europa.
Le scorrerie in Europa
occidentale si protrassero per tutto il IX sec., fin quando alcuni
gruppi di normanni si stabilirono definitivamente nella Francia
nordoccidentale, la Normandia, appunto.
Dopo il Mille,
attraverso la via francigena, sia nelle vesti di pellegrini diretti
verso i luoghi santi della cristianità, sia mercenari pronti a
combattere per un pezzo di terra, i normanni giunsero a gruppi
nell'Italia meridionale.
Fu facile, per loro,
inserirsi nelle lotte interne di longobardi e bizantini, ottenendo ben
presto terre e benefici. Rainulfo Drengot, nel 1028, ottenne la contea
d'Aversa con i relativi casali, tra cui
Crispano, Frattapiccola e Caivano.
Presto, con i successi
militari contro i bizantini in Puglia, i longobardi in Campania, e le
forze pontificie, i capi normanni si divisero tra loro le precedenti
contee. Nel 1059, Roberto d'Altavilla, detto il Guiscardo ottenne dal
papa il ducato di Puglia e Calabria, e Riccardo Quarrel il principato
di Capua. Alla fine del secolo Ruggero d'Altavilla, fratello del
Guiscardo portò a compimento la liberazione della Sicilia dagli
arabi.
Nel
1127, il conte di Sicilia, e signore della Calabria, Ruggero II, prese
il controllo del ducato di Puglia, ma le lotte fra i baroni e le città
di Campania e Puglia, e il re normanno, si protrassero fino al 1139
quando ebbe il pieno dominio dell'Italia del Sud.
Nel 1194
l'imperatore svevo Enrico VI, in ragione del suo matrimonio con
Costanza di Altavilla, unì la corona imperiale a quella di Sicilia.
Quello stesso anno, vedeva la luce un bambino che avrebbe fatto
molto parlare di se: Federico II.
Gli
Hohenstaufen
(estratto
da sito internet)
Nobile famiglia tedesca,
così detta dal nome del castello di Staufen (vicino all'odierna
Friburgo in Brisgovia), i cui membri furono sovrani del Sacro romano
impero e re di Germania e Sicilia.
La sua origine risale al
1079, quando Federico I, duca di Svevia, sposò la figlia
dell'imperatore Enrico IV. Il loro secondogenito, Corrado III
(1093-1152), fu eletto re di Germania nel 1138; il primogenito,
Federico II di Svevia detto il Guercio, si imparentò con la casata
dei Guelfi, duchi di Baviera, e alla morte del fratello riuscì a far
eleggere al soglio imperiale il proprio figlio, Federico I Barbarossa
(1123 ca. -1190), che cinse anche la Corona d'Italia.
A questi succedettero i
figli Enrico VI (1165-1197), che sedette anche sul trono di Sicilia in
seguito al matrimonio con Costanza d'Altavilla, e Filippo (1178 ca.
-1208).
Nel 1212 venne eletto
imperatore il figlio di Enrico VI, Federico II (1194-1250), re di
Sicilia dal 1198.
L'ultimo imperatore
della dinastia fu il figlio di Federico II, Corrado IV (1228-1254);
alla sua morte il Regno di Sicilia venne retto da un figlio
illegittimo di Federico II, Manfredi (1232-1266), che regnò in nome
del nipote Corradino (1252-1268), figlio di Corrado IV; morto lo zio,
Corradino intraprese una spedizione in Italia per reimpadronirsi del
regno, contro Carlo d'Angiò (1226-1285), venendo però sconfitto e
ucciso.
Un altro figlio
illegittimo di Federico II, Enzo (1224-1272), assunse il titolo di re
di Sardegna (1239), ma venne imprigionato durante una guerra contro
Parma e Bologna; la sua morte segnò la fine della dinastia.
Chi
erano gli Angioini?
(Geom.
Salvatore Giuseppe Savariso)
Dinastia della contea d'Angiò,
Francia nordoccidentale, il cui capostipite fu Folco I il Rosso
(880-942).
Nel 1128 Goffredo d'Angiò sposa la figlia di re Enrico I d'Inghilterra; dal matrimonio
nasce Enrico II d'Inghilterra, il primo dei Plantageneti.
Gli inglesi ottennero l'Angiò
nel 1204, ma la dinastia dei Plantageneti regnò in Inghilterra in
linea diretta di successione fino alla morte di Riccardo II, nel 1399.
La
dinastia angioina di Napoli, fondata da Carlo I
La
dinastia angioina ungherese ebbe inizio quando Carlo Roberto, del
casato di Napoli, venne incoronato re d'Ungheria con il nome di Carlo
I nel 1308. La sua discendenza finì nel 1480.
Origine
degli Angioini di Napoli
Carlo I d'Angiò
(n.1226-m.1285), re di Napoli e di Sicilia (1266-1285), capostipite
della dinastia, figlio di Luigi VIII, tra l'altro conte d'Angiò e del
Maine.
Con matrimonio,
contratto nel 1246, divenne conte di Provenza. Nel 1248 partecipò
alla sesta crociata.
Nel 1254
estese i propri domini sulle
contee di Ventimiglia e di Cuneo.
Sostenitore
del papa nella lotta contro i ghibellini e la casa Sveva; nel 1266
sconfisse Manfredi è con
la decapitazione di Corradino popse fine alla dinastia degli
Hohenstaufen.
In
seguito a questo ottenne dal
papa l'investitura del Regno di Napoli e di Sicilia. Nel 1270 partecipò
alla disastrosa settima crociata. La sua politica e le eccessive
imposizioni fiscali crearono un malcontento
fra i sudditi e nel 1282, in seguito alla rivolta dei Vespri, la
Sicilia passò a Pietro III d'Aragona.
Da
dove venivano
Angiò (francese Anjou),
regione storica della Francia, corrispondente all'attuale dipartimento
di Maine-et-Loire e, in
parte, a quelli di
Indre-et-Loire, Mayenne e Sarthe.
Dalla fine del IX secolo
fu governata dalla casa d'Angiò,
tra le più potenti
dinastie di Francia.
La regione, nella
seconda metà del XII secolo, fu soggetta ai re d'Inghilterra, ma
conquistata da Filippo II Augusto nel 1204, tornò in possesso della
Francia. Nel 1246 Luigi IX concesse la regione Carlo
I d'Angiò (re di Napoli e di Sicilia).
Ducato nel 1297,
mantenne una propria giurisdizione fino al 1480, anno in cui il re di
Francia Luigi XI l'annetté alla corona francese. Nel XVII secolo l'Angiò
divenne una provincia, posizione che mantenne fino alla Rivoluzione
francese.
L'antica
capitale Angers, oggi principale centro della zona, originariamente fu
abitata dagli andecavi, una tribù gallica che resistette a lungo ai
romani.
Angers è una delle città
più belle d'Europa, è provvista di edifici di notevole importanza
artistica, tra cui la cattedrale di Saint-Maurice (XII-XIII secolo).
Notevoli inoltre l'ospedale Saint-Jean, (XII secolo) attualmente
adibito a museo;
Chi
erano gli Aragonesi?
(Geom.
Salvatore Giuseppe Savariso)
Sovrani della casa
d'Aragona che a partire dal 1282 regnarono in Sicilia e, dalla seconda
metà XV secolo, anche a
Napoli. Il primo dei re aragonesi
in Sicilia fu Pietro III il Grande (Pietro I come re di
Sicilia);
Nel 1282 con la
ribellione dei Vespri siciliani e la contestuale fine della
dominazione angioina sulla isola a inizio la dominazione aragonese
sull'Italia meridionale.
Tra gli altri re
aragonesi di Sicilia vi furono Federico II, (così chiamato per
rievocare una continuità del suo governo con la casata degli
Hohenstaufen) e Federico III il Semplice.
Con Martino II (1409-10)
le corone di Sicilia e d'Aragona vennero unite e per la Sicilia iniziò
l'epoca dei viceré.
Alfonso V il Magnanimo,
nel 1442, iniziò la conquista del Regno di Napoli, salito sul trono
nel 1443 con il nome di Alfonso I delle Due Sicilie, riunì in un solo
regno tutta l'Italia meridionale.
Gli succedettero
Ferdinando I, Alfonso II (1494-95), Ferdinando II e Federico I (dal
1496), che nel 1501 cedette la corona di Napoli a Luigi XII re di
Francia.
Nel 1504 Ferdinando II
il Cattolico si riconquistò la corona Napoletana, salendo sul trono
con il nome di Ferdinando III.
Il regno di Napoli
rimase legato alla Spagna fino al secolo XVIII, ma Ferdinando III fu
l'ultimo sovrano aragonese.
Da
dove venivano
Aragona (spagnolo Aragón),
regione e antico regno della Spagna nordorientale, ai confini con i
Pirenei, comprendente le province di Huesca, Saragozza e Teruel.
A nord e a sud il
territorio è montuoso, mentre al centro si trova una pianura
attraversata dall'Ebro.
Il capoluogo è
Saragozza
Dopo che i romani
sconfissero i cartaginesi durante le guerre puniche, nei secoli III e
II a.C., l'Aragona divenne parte della provincia romana della Hispania
Tarraconensis.
La regione fu preda dei
visigoti alla fine del V secolo d.C.
Nell'VIII secolo e
conquistata dai saraceni.
Nel 1035 Ramiro I fece
dell'Aragona un regno indipendente che nel 1076 annetté la Navarra ed
altri territori.
Nel 1137 l'Aragona si
unisce alla Catalogna e a Barcellona divenendo una delle più
importanti potenze navali del Mediterraneo.
Tra
il XIII e XIV secolo il re di Aragona s'impadronì delle Baleari,
della Sicilia, della Sardegna e di Napoli.
Nel
1238 gli aragonesi conquistarono la città di Valencia sconfigendo i
mori.
Nel
1469 in seguito al matrimonio di Ferdinando II di Aragona con Isabella
I di Castiglia si regni di Aragona e di Castiglia.