A cura della Commissione sul territorio
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PREVENIRE E’ MEGLIO CHE
SANARE
(Già
pubblicato su “Essere”, nel numero di Gennaio 1999)
L’idea che prevenire è meglio che sanare fu il volano che spinse i Comunisti di Crispano più di venti anni fa a lottare per tentare di realizzare le basi per un futuro migliore. Fra i tanti obiettivi ci fu la realizzazione del Piano Regolare Generale. Appena fu approvato i comunisti lo definirono il male minore in quanto, nonostante i limiti, rappresentava un orientamento ed una programmazione per tutto il territorio di Crispano. CHE
COSA NON HA FUNZIONATO? I
motivi sono tanti: IL
PRINCIPALE è la totale assenza della Pubblica Amministrazione nella
gestione del territorio e nell’interpretazione delle leggi urbanistiche. Ingannati da un sistema di potere, basato sulla politica dei due tempi, si è consentito prima il blocco artificioso delle zone di espansione programmate e assistito poi alla creazione di nuovi quartieri su zone vincolate a scuola, verde e piazze. Infatti, venendo meno l’azione riformatrice dello
Stato, indispensabile per soddisfare le spinte di quei cittadini
desiderosi di realizzare il sogno di costruirsi una casa ad un prezzo non
proibitivo, gran parte di queste domande si sono riversate in acquisti di
terreni a prezzi inferiori nelle zone destinate a verde attrezzato, scuole
e piazze.
Si poteva, invece, dar vita ad uno sviluppo sociale,
economico ed urbanistico? Cosa è accaduto? -
Amministratori privi di nozioni urbanistiche hanno nei fatti
consentito che grossi proprietari di terreni vendessero terreni fuori
dalla programmazione urbanistica per conservare intatti terreni di natura
edificatoria i cui prezzi sono saliti alle stelle per ovvie ragioni di
mercato. -
I
cittadini, illusi e delusi dai giochi di mercato del capitalismo, hanno
visto l’investimento mutarsi in beffa: le spese aggiuntive previste per
la sanatoria (avvocati, oblazioni ed oneri concessori) hanno svilito il
risparmio iniziale rendendo a caro prezzo case non residenziali. -
Le commissioni edilizie, la gestione “legale” del piano
regolatore, hanno di fatto creato un atteggiamento monopolista delle
imprese. Senza considerare che le stesse Commissioni, in maniera arbitraria e senza
collegarle alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria hanno
costruito, di pari misura, quartieri senza urbanizzazione secondaria,
facendo il bello ed il cattivo tempo. -
Alcuni piccoli proprietari che pur disponendo di un terreno di
natura edificatoria, acquistato ad un prezzo più alto rispetto ai terreni
non edificabili, sono stati costretti a costruire senza concessione
edilizia, altri di fronte all’ignavia e all’inadempienza della
Pubblica Amministrazione si sono scoraggiati svendendo il proprio terreno
e rinunciando ad un progetto di vita. A distanza di vent’anni il Comune, nonostante le diverse normative che lo impongono, non ha ancora recuperato tali zone ne sbloccato quelle di espansione. Il risultato è un territorio devastato, spoglio di servizi ed infrastrutture, in cui il costo del terreno edificatorio e degli appartamenti è proibitivo, inaccessibile, ma quello che più spaventa è la mancanza del senso di comunità.
Allora, ci si chiede: C’E’
QUALCOSA DA SALVARE? La risposta è SI! Bisogna dare una svolta, cambiare diventa imperativo. Da un censimento si evince che numerosi cittadini
desiderosi di farsi una casa possiedono del terreno non edificabile. Dall’analisi
storica e dal censimento viene dunque naturale una soluzione che potrebbe
risolvere sia i problemi del singolo che della collettività. Volendo evitare gli e/orrori del passato, noi
Comunisti, proponiamo che il comune di Crispano intervenga: -
costruendo quelle premesse istituzionali necessarie e sufficienti
per offrire ai cittadini che lo desiderano una concreta opportunità di
costruirsi una casa, sia in forma singola che in cooperativa; -
acquistando i terreni di questi cittadini a “rischio”.
Quindi il comune garantirebbe quelle premesse
politico-economiche indispensabili per offrire ai cittadini l’opportunità
di realizzarsi un casa ed acquisterebbe sia terreni per sanare quartieri
devastati (destinandoli a infrastrutture secondarie come previsto della
legge del condono edilizio), sia terreni indisponibili
all’edificazione, ma non incompatibili con una programmazione
urbanistica, in modo da prevenire ulteriori scempi nel territorio di
Crispano. Sosteniamo le nostre proposte per farle diventare progetti !
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____________________________________ A cura della Commissione cultura e progettiPER
ESSERE EUROPEI L’essere
maturo
(Già
pubblicato su “Essere”, nel numero di Gennaio 1999) E’
dovere di tutti porsi l’interrogativo: Come prepararsi alla vita
adulta? Esiste un’età cronologica ed una mentale, che spesso non camminano di pari passo. Un
popolo che si dà delle regole per definire la struttura urbanistica del
proprio paese è una testimonianza di maturità. Conversare sul rapporto
tra salute e territorio, sui diritti di cittadinanza, su coscienza e
spiritualità sono tematiche universali che non ci possono essere
estranee. Distinguere il diritto legittimo da quello illegittimo,
l’economia politica dalla politica economica, un paese a crescita zero
da un paese che aumenta vertiginosamente il numero dei propri abitanti è,
appunto, la verifica dell’essere maturo oppure del rimanere infantile. La
critica e l’autocritica fanno parte integrante del percorso didattico
pedagogico, ed aiutano a formare un cittadino maturo, dotato di una
coscienza civile e democratica, capace di distinguere l’aggressore
dall’aggredito, che non metterà mai sullo stesso piano l’invasione
nazifascista e la difesa di un popolo contro tale invasione. Tali
percorsi stimolano ricerche, conversazioni, relazioni e aiutano a
diventare maturi risparmiando all’umanità tragedie che, anche se
ci rattristano, non devono essere cancellate dalla memoria storica: l’Italia
attuale è dotata di una Costituzione nata dalla Resistenza contro il
fascismo e il nazismo. Non
dimenticare significa insegnarlo con più fede nelle scuole affinché i
valori della Costituzione si possano attuare. Educare alla vita adulta è appunto sforzarci di costruire una società più umana basata sul lavoro per tutti, su un minimo garantito, al di sotto del quale comincia la soglia di povertà, e questo non solo sul piano materiale ma anche sui beni immateriali quali l’istruzione, la capacità di intendere e volere, il distinguere. La Libertà, il progresso, le riforme vanno preparate attraverso un lento lavoro in cui il ruolo preminente spetta all’educazione e all’Istruzione: soltanto un popolo educato potrà comprendere appieno il valore di certi ideali, “virtù, gloria, umanità, patria, natura, diritti sono parole vuote di senso in paesi in cui non vi è ombra di educazione”. Perciò
le spese scolastiche non vanno mai considerate improduttive, in quanto
sono finalizzate a preparare i futuri cittadini, uomini maturi che
sapranno leggere leggi, interpretarle e applicarle correttamente e, se
necessario, modificarle quando sono sbagliate. Più
si è maturi più si è utili alla collettività, meno si è maturi più
si aggrava il costo della collettività. Basti
pensare che Regioni e Comuni spendono centinaia e centinaia di miliardi
per pareri legali: cioè per farsi spiegare le leggi! Cittadini
ben istruiti, eletti nelle Istituzioni, capaci di ricerca ed aperti al
confronto sicuramente avrebbero ridotto se non annullato tali spese,
riducendo i costi della politica Istituzionale. E’
nostro dovere ripartire da quei valori nati dalla Resistenza per affermare
con forza il diritto alla casa, al lavoro, ad una migliore qualità della
vita attraverso la costruzione di infrastrutture quartiere per quartiere. Sentire
l’esigenza di avere leggi chiare, comprensibili, significa capire la
necessità di rendere più economica la giustizia e la politica, significa
diminuire la spesa repressiva per aumentare quella preventiva. Diciamo
basta al mutismo, alla disinformazione, mobilitiamoci e partecipiamo in
massa al risanamento del nostro paese.
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Partito della Rifondazione Comunista Circolo "Nunzio Cennamo" Via Provinciale Crispano (NA)
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