Crispano
è posizionata al
centro della fertilissima pianura campana, Campania Felix.
Questa circostanza ha fatto in modo,
sin dall'antichità, che
il suo territorio divenisse metà ambita di molte popolazioni, a
partire dagli etruschi,
della vicina
Capua, dei
greci di Cuma e
delle genti pre-romane campane, tra cui gli osci ed i sanniti.
I
più vicini ritrovamenti neolitici si sono avuti nei vicini comuni
d’Orta d’Atella e di Gricignano d’Aversa.
L’etimologia
del nome deriverebbe da praedium crispianum ovvero proprietà della
gens Crispia Crispano (1).
Altre
fonti, non documentate,
attribuiscono l’origine del nome
ad un soldato o dignitario romano, tale Crispius, che secondo
la tradizione ricevette le
terre di Crispano in
contropartita a servigi militari.
L’assetto
urbanistico di Crispano nel reticolo della prima centuriazione, quelle
eseguita nel 133 a.C. , all'epoca di
Tiberio Gracco, non
trova molti
riscontri.
La
centuriazione d’epoca imperiale ha influenzato, e non poco,
l'attuale configurazione.
D’altro canto la romanità di Crispano è sostenuta
dal ritrovamento, agli inizi del secolo, di un ipogeo romano,
avente interessanti raffigurazioni. Lo storico Ernesto Pontieri (2)
descrive, questo reperto,
come unico documento di pittura post-pompeana del I secolo d.C.
Scarse
le notizie sull’epoca post-Romana,
ma con la
capitolazione dell’impero romano (476 d.C), quindi
con la relegazione
a Napoli dell’ultimo imperatore,
Romolo Augustolo, da parte d’Odoacre,
si può tranquillamente affermare che
nel comprensorio
napoletano terminò materialmente l’impero romano e dove di
conseguenza i
barbari posero le
basi per la dominazione
sull’Italia.
Quei
villaggi che oggi portano il nome di Crispano, Caivano
ecc., nell'alto medioevo,
furono interessati dalle continue scorrerie dei longobardi del ducato
di Benevento, questi
alla fine del 500 d.C., tramite le roccaforti di Sant’Arcangelo e
San Giorgio in Caivano, tentarono più volte di conquistare Napoli.
Sempre
nel periodo longobardo (590 d. C.) registriamo
l’ascesa al soglio pontificio del
santo patrono di Crispano Gregorio Magno, ricordato, appunto,
per l'opera di conversione alla fede cristiana dei longobardi.
Gregorio era membro della famiglia
senatoriale degli Anici, proprietari
di vasti possedimenti in territorio campano, tra cui la vicina Casoria
(3). Probabilmente la devozione dei Crispanesi,
nei confronti di Gregorio,
si deve anche al fatto che il territorio di Crispano è stato
di proprietà degli
Anici.
Il
primo documento in cui compare il termine "Crispanum" è un
atto risalente
al 936 d.C. da cui si evince, tra l'altro, che Crispano
fu dominio
Bizantino (ducato di Napoli) poiché
in apice al documento è trascritto il nome dell'imperatore Costantino
Porfirogenito
Pur
ancora formalmente sotto giurisdizione bizantina, il casale di
Crispano passò ai Normanni di Rainulfo Drengot, da questo momento in
poi Crispano legherà la sua storia alla città d’Aversa
consolidandola, nel 1050, con l’ingresso nell’attuale diocesi
vescovile.
Nel
1269, come si evince da una donazione di Carlo I D’Angiò, fu uno
dei primi centri urbani ad assaggiare l’arretrato e vessatorio
feudalesimo angioino, feudalesimo che continuò anche con le
dominazioni successive e terminò solo con l’intervento di
Gioacchino Murat con l’istituzione dell’attuale comune.
NOTE
(1)
Giovanni Flechia (1811-1892), 1874
Nomi locali del Napoletano derivati da gentilizi italici, in
"Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino.
Classe di scienze morali, storiche e filologiche"
(2)
Ernesto Pontieri, storico già Magnifico Rettore dell’università di
Napoli
(3)
Sito internet del comune di Casoria