Gli
Archivi storici
(estratto
da sito internet)
Soprintendenza
Archivistica per la Campania
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Via
San Biagio dei Librai, 39
Palazzo
Marigliano - 80138 Napoli
tel.
081/203110 / 5516120 - Fax 081/5517115
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Archivio
Storico Municipale
L'archivio
da cui si deve partire per questo viaggio nella memoria
documentaria della città, non può che essere quello che
riflette la storia dell'amministrazione di Napoli, da quando era
la "fidelissima" capitale vicereale, poi la
nobilissima capitale del Regno borbonico, la settecentesca
"Napoli città gentile", fino alla Napoli del XX
secolo: l'Archivio Storico Municipale.
La
sua nascita si colloca tra XV e XVI secolo. Ma la sua sorte è
fino ad oggi caratterizzata da un infausto destino.
Scampato
alla furia rivoluzionaria del 1647, riordinato e regolamentato
nel XVIII secolo, già nei primi decenni dell' '800 era
descritto come una raccolta di "frantumi non dissimili
dalle immondezze".
Negli
ultimi decenni dell'Ottocento Bartolommeo Capasso, pur tra altri
impegni di responsabilità (dirigeva tra l'altro l'Archivio di
Stato di Napoli) si prodigava alla fondamentale opera di
riordinamento elaborando il "Catalogo delle scrittture
dell'Archivio Municipale di Napoli". Successivamentte anche
Alessandro Cutolo si rivolgeva alla cura di questo archivio; a
lui si deve, ad esempio, la compliazione dei "Parlamenti
Generali" del periodo vicereale.
Neanche
questi interventi arrestarono la desolante rovina di tante
migliaia di documenti che oggi lamentiamo e che va attribuita ai
vandali che, nella notte del 4 marzo 1946, dettero fuoco a molte
carte preziose che erano state messe in salvo dagli eventi
bellici nei sotterranei del Maschio Angioino. Si sono salvate,
tra le fonti più antiche, i volumi del Tribunale della
Fortificazione (1564-1805); il fondo Gabelle e Arrendamenti
(1526-1817); gli Atti della Deputazione del Donativo
(1707-1738); gli atti dei Cinque e Sei, organo di governo dei
seggi nobili (1723-1763).
Ecco
un caso esemplare di ignoranza che ha spinto gli uomini a
cancellare, con la distruzione di migliaia di volumi, tanta
parte della storia patria. Oggi finalmente la Soprintendenza,
con una speciale commissione comunale, è al lavoro per
valorizzare al massimo in una sede autonoma l'archivio Storico
della città, che, pur tra tante menomazioni, è una fonte
sempre vitale per lo studio della sua storia urbana, sociale,
demografica, economica.
E
a cura della Soprintendenza si svolge pure un lavoro volto alla
valorizzazione della documentazione del "Tribunale della
Fortificazione", di prossima pubblicazione
Archivio
Storico Municipale
Piazza
San Gaetano
San
Lorenzo Maggiore
80138
Napoli
tel.
081/5536619
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Archivio
Storico Diocesano
Al
susseguirsi delle vicende della storia politica civile di
Napoli, si accompagnano le vicende della storia della sua
Diocesi il cui archivio è da considerarsi esistente fin dal XIV
secolo. Si caratterizza per i fondi degli atti originali dei
Sinodi (1565-1888); gli Atti del Tribunale del Santo Ufficio che
abbracciano due secoli a partire dalla metà del '500.
Una
fonte particolarmente preziosa è quella dei carteggi dei
cardinali (Sisto Riario Sforza, Guglielmo Sanfelice, Alessio
Ascalesi. Altra documentazione ricca per molti settori di
ricerca è quella contenuta nei 226 volumi di atti delle Visite
Pastorali (1542-1956). E' utile la consultazione degli Archivi
dei Seminari, che risalgono alla metà del XVII sec., per
l'analisi della formazione intellettuale, spirituale e civile
del Clero. Molti archivi parrocchiali sono aggregati
all'Archivio Diocesano per una più sicura conservazione. E' in
corso di riordinamento il fondo Acta Civilia, che hanno inizio
nel 1470 circa. Tra le pergamene più pregiate si indicano le
136 pergamene del Monastero di Donnaregina e il fondo del
Collegio degli Ebdomadari.
Archivio
Storico Diocesano
Largo
Donnaregina, 22
80138
Napoli
tel.
081/299675
orario:
lun-ven 9-12.30
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Archivio
Storico del Banco di Napoli
Per
gli specialisti della storia della banca e del credito, ma anche
per il grande arco di ricerche che apre alla storia economica,
alla storia sociale, dell'architettura, dell'arte, della musica,
è fonte unica quella dell'Archivio Storico del Banco di Napoli.
Costituito
come archivio generale da Ferdinando I di Borbone nel 1819, nel
1950 ha preso la denominazione di Archivio Storico, che
raccoglie tutte le scritture dei banchi pubblici dei luoghi pii
che tra il XVI e il XVII secolo con diversi scopi filantropici
dettero vita al Monte di Pietà, al Monte dei Poveri, al Banco
della SS.Annunziata, al Banco di S.Maria del Popolo, al Banco
dello Spirito Santo, al Banco di S.Eligio, al Banco di San
Giacomo e Vittoria. Nel 1794 Ferdinando IV di Borbone riunì
tutti i pubblici istituti in un Banco Nazionale di Napoli che,
dopo diverse trasformazioni, nel 1808 con il Murat dette vita ad
un Banco delle Due Sicilie, con i rami della Cassa di Corte e
della Cassa dei Privati. Con l'Unità si hanno il Banco Regio
dei Reali Domini al di là del Faro che nel 1860 prese il nome
di Banco di Sicilia, mentre il Banco delle Due Sicilie divenne
Banco di Napoli (che dal 1866 fu anche istituto di emissione).
Nel periodo fascista il Banco di Napoli sarà dichiarato
istituto di credito di diritto pubblico.
I
suoi fondi documentari possono essere divisi in scritture
patrimoniali e apodissarie, rispettivamente riferite alla vita
interna dei banchi, o ai rapporti che essi ebbero con la
clientela. Fanno parte del patrimoniale le conclusioni, i
dispacci, le rappresentanze, gli ordini, che rispecchiano la
gestione dei banchi. Vi sono pure i Giornali, le Pandette, i
libri maggiori di terze, cioè rendite dei beni di proprietà
dei banchi, gli arrendamenti, i fiscali, le adoe, cioè rendite
di tributi e imposte feudali. Gli apodissari sono i libri dei
conti, dei depositi effettuati dai clienti e sono costituiti
dalle fedi di credito e dalle polizze. La fede di credito era
titolo negoziabile e girabile, surrogato della moneta, che fu
invenzione dei banchi pubblici napoletani dalla metà del secolo
XVI. Le polizze servivano al depositante per disporre della
somma accreditata
Caratteristico
modo di conservare queste scritture erano le filze, cioè una
raccolta di carte infilzata con del filo di ferro e sospesa al
soffitto. Successivamente le carte furono raccolte in volumi.
Nella
collezione si conservano anche 236 pergamene con gli originali
degli atti notarili o di privilegi di regio assenso riguardanti
il Banco della Pietà. Soltanto trent'anni fa è stata rinvenuta
una collezione di filigrane che va dalla fine del XVI sec. ai
giorni nostri.
L'Archivio
si articola in 160 stanze e le fedi e polizze possedute si
calcolano in circa 250 milioni di pezzi. Tutti sono fonte per
una miniera appena sfiorata per la storia del Mezzogiorno.
Archivio
Storico del Banco di Napoli
Via
dei Tribunali, 213
Palazzo
Ricca
80138
Napoli
tel.
081446685
orario:
lun-ven 9.30-13.30/15-16
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