001
Basilio
002 Teofilatto
003 Cosma
004 Andrea I
005 Cesario I
006 Stefano I
007 Bonello
008 Teodosio
009 Cesario II
010 Giovanni I
011 Teodoro
012 Giorgio
013 Gregorio I
014 Stefano II
015 Teofilatto II
016 Antimo
017 Stefano III
018 Bono
019 Leone
020 Andrea II
021 Sergio I
022 Gregorio III
023 Sergio II
024 Attanasio
025 Gregorio IV
026 Giovanni II
027 Marino I
028 Giovanni III
029 Marino II
030 Sergio III
031 Giovanni IV
032 Sergio IV
033 Giovanni V
034 Sergio V
035 Sergio VI
036 Giovanni VI
037 Sergio VII
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L’impero romano dopo
aver degradato Napoli a municipio romano, decretandone la lenta
agonia, spostò l’attenzione commerciale verso Capua, ma
questo non impedì del tutto alla città di trascinarsi
stancamente fino alla fine dell’Impero che coincise con le
invasioni barbare provenienti dalla Germania. I primi furono,
nel 401, i Visigoti.
L’imperatore Valeriano III portò a termine lavori di
fortificazione delle mura di Napoli, ma la fine era vicina, essa
arrivò nel 476 quando Romolo Augustolo, ultimo imperatore
romano d’occidente, fu catturato da Odoacre e rinchiuso nella
prigione sull’isolotto di Megaris.
Poco meno di 20 anni durò il dominio di Odoacre che fu
battuto da Teodorico, cresciuto alla corte dell’imperatore
d’Oriente, Zenone.
Con quest’ultimo Napoli, parve riacquistare il suo
splendore, rifiorirono le attività commerciali e la flotta
riacquistò potenza ed importanza, ma con la morte di Teodorico
ed alcune calamità naturali (eruzione del Vesuvio e crisi
alimentare) Napoli ritornò nel baratro dal quale era risalito. Napoli , come tutti i
territori bizantini, era esposta al pericolo longobardo per cui
l’organizzazione militare divenne, non solo necessaria, ma la
principale preoccupazione; la città seppe ben tenere fronte a
quest’impegno, in modo particolare con la sua potente flotta
la quale più volte sbaragliò Longobardi ed arabi.
Agli inizi del VII
secolo, l’imperatore Bizantino Costante II, contrariamente
alla regola che voleva l’esarca di Ravenna unico deputato ad
insignire dignità ducale, nominò Dux il cittadino napoletano
Basilio.
Questo fatto fece pensare che Napoli fosse diventata
indipendente. In realtà non era proprio così. La città
dipendeva ancora dall’Imperatore ma doveva, anche, fare i
conti con la Chiesa e con i Franchi i quali videro, a Natale
dell’800, il loro capo Carlo Magno incoronato dal Papa Leone
III quale imperatore d’occidente.
La situazione napoletana non era molto rosea: da una
parte i Franchi e i longobardi , dall’altra i Bizantini ed il
problema interno della successione alla dinastia ducale che vide
aspre lotte interne ed un alternarsi al potere di Antimo,
Teocristo e Stefano.
Tutto questo fino
all’ 840, anno in cui il popolo stanco da infinite guerre
interne ed esterne, insorse contro l’aristocrazia e nominò
duca il conte di Cuma, Sergio.
Duranti i 25 anni di regno nel ducato napoletano Sergio,
uomo colto ed aristocratico, badò molto a coltivare le
relazioni con i Franchi e la Chiesa, si oppose alle orde
saracene e mise ai posti strategici alcuni dei figli, quali
Attanasio e Stefano, mentre un altro figlio, Cesario,
sconfiggeva i Saraceni in una sanguinosa battaglia navale ad
Ostia. Le altalenanti
alleanze dei napoletani, ora con e ora contro i saraceni i
franchi, i comportamenti dei loro Dux (Sergio II fu accusato di
aver fatto di Napoli un’Africa; Attanasio (fece accecare e
imprigionare Sergio, suo fratello), indebolirono pericolosamente
il Ducato che corse il pericolo di una conquista araba, sventata
grazie al bizantino Pincigli.
Le sorti dei governi napoletani che si succedettero non
furono migliori ed i comportamenti dei Dux Giovanni III e
Giovanni IV non si discostarono da quelli dei loro predecessori,
fino a quando, Giovanni IV, fu spodestato con l’inganno dal
marchese Ademario, che si giovò dell’aiuto dell’imperatore
di Germania.
Dal 661 al 1137, avvento dei Normanni con Ruggiero I,
Napoli ebbe 37 Duchi a partire da Basilio nel 661 a Sergio VII
nel 1123:
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